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venerdì 25 gennaio 2013

Egitto: Aliaa, una lolita araba

Per protestare contro la nuova costituzione voluta dai Fratelli musulmani, la giovane blogger Aliaa Magda Elmahdy è tornata a posare nuda (lo aveva già fatto nel 2011). Vi proponiamo il ritratto - pubblicato dal settimanale marocchino Tel Quel - di una donna che ha fatto del suo corpo uno strumento di resistenza.




Era il 2008 quando uno sconosciuto movimento di giovani ucraine, chiamato Femen, organizzava iniziative e appuntamenti choc manifestando a seni nudi per mostrare messaggi calcati sulla pelle. Queste amazzoni del nostro tempo si stanno battendo, da allora, su più fronti: la legalizzazione del matrimonio tra omosessuali, la lotta contro le discriminazioni sessiste, il diritto all'aborto..

Non è una sorpresa, quindi, che le militanti di Femen si siano sentite profondamente coinvolte dalla storia di Aliaa Magda Elmahdy, giovane egiziana che ha fatto parlare di sé posando nuda nel 2011. Solidale con questo gesto, Femen ha promosso happening in molte capitali d'Europa, con il contributo di donne di svariate nazionalità (comprese arabe e iraniane).

Il 15 dicembre 2012, le attiviste hanno incalzato le autorità egiziane organizzando una manifestazione di fronte all'ambasciata cairota a Parigi. Hanno brandito le foto e i ritratti di Aliaa, rimasta bloccata nel suo paese di accoglienza (Svezia), dove si è rifugiata dopo aver ricevuto minacce di morte. (…)

Sempre in dicembre - mentre la piazza egiziana è divisa sul progetto della nuova costituzione - Aliaa, fino ad allora in prima linea sulla 'questione di genere', ha deciso di lanciarsi ancor più esplicitamente nel dibattito politico. Il 21 dicembre, accompagnata da altre due militanti Femen, si è presentata nuda davanti all'ambasciata egiziana di Stoccolma sfoggiando la bandiera nazionale e un facsimile del Corano in 'posa adamitica'. Le scritte sul corpo delle tre attiviste recitavano: "la shari'a non è una costituzione", "no all'islamismo, sì alla laicità", "l'apocalisse secondo Morsi".


Femen all'egiziana

Tutto comincia il 23 ottobre 2011. In un Egitto ancora scosso da una 'rivoluzione in divenire', una ragazza di nome Aliaa, vent'anni, sorprende tutti postando sul suo blog una foto che la ritrae nuda, con addosso solo le calze, un paio di scarpe rosse e un fiore appoggiato sulla chioma corvina. In poche ore la rete congestiona e lo scatto fa il giro del mondo, provocando compartecipazione, entusiasmo, collera e odio a seconda delle tendenze degli utenti.

"Sono una donna che non si vergogna e non ha paura di mostrare il proprio corpo di fronte a questa società fortemente maschilista e patriarcale. Una società dominata da uomini che non sanno niente del sesso ma che assillano quotidianamente le donne, considerate solamente oggetti per la soddisfazione personale", dichiarava al tempo Aliaa (in un'intervista rilasciata allo stesso Tel Quel).

Un gesto incosciente o un atto maturato dopo profonda riflessione? La polemica scatenata dalla giovane ribelle dilaga in tutto il mondo arabo e il suo blog tocca le otto milioni di visite in pochi giorni.

Minacciata di morte e ripudiata dalla famiglia, Aliaa decide di lasciare l'Egitto con l'amico (anche lui blogger) Karim Ameer. Destinazione: l'Europa del nord, da dove tornerà a far parlare di lei in occasione del referendum sulla nuova costituzione egiziana.


Ribelle ma inconsistente?

Quando Aliaa si è presentata nuda di fronte all'ambasciata del suo paese in Svezia, la società egiziana è sembrata di nuovo sotto choc, al punto che alcuni - ritenendo il suo comportamento blasfemo - hanno chiesto il ritiro della nazionalità alla giovane attivista e l'immediata segnalazione ai posti di frontiera.

Le autorità, tuttavia, hanno dato prova di maggior sangue freddo, decidendo di ignorare completamente la sua azione. Il motivo è facile da intuire: il governo Morsi non aveva interesse ad alzare nuovi polveroni, dal momento che gli elettori stavano per recarsi alle urne e decidere il futuro della sua creatura costituzionale.

Alla fine il 'sì' ha avuto la meglio, con il 63% dei suffragi, nonostante la mobilitazione delle opposizioni e l'ennesimo sit-in organizzato nell'emblematica piazza Tahrir per denunciare il carattere conservatore e retrogrado della legge fondamentale.

Quale effetto, invece, ha prodotto la nuova iniziativa di Aliaa sull'élite egiziana e sul panorama militante nazionale? Sfogliando la stampa locale e navigando in rete, è possibile rendersi conto di come il flashmob svedese non abbia ottenuto gli effetti (forse) sperati.

Al di là della pioggia di insulti e della sequela di minacce, la società civile non si è affaticata ad esprimere la sua solidarietà. Ancor peggio, gli attivisti del Movimento 6 aprile - tra le espressioni più radicate della contestazione egiziana, promotori della rivolta del 2011 e oppositori dichiarati alle derive di Morsi - hanno sconfessato la giovane blogger, giudicando superficiale la sua azione.

Se l'iniziativa Aliaa, secondo molti, sembra mancare di consistenza, ha almeno il merito di sconvolgere, di suscitare dibattito e di segnare (in un modo o nell'altro) l'animo della società.

(Articolo pubblicato in Osservatorio Iraq Medioriente e Nordafrica)

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