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lunedì 7 dicembre 2009

Aminatou Haidar: crescono i toni

(Articolo pubblicato da Le Journal Hebdomadaire, n. 420, 5-11 dicembre 2009)


Diplomazia. La Spagna ha chiesto formalmente al Marocco di rilasciare un nuovo passaporto ad Aminatou Haidar, in sciopero della fame a Lanzarote. Il governo iberico ha sollecitato l’intervento dell’ONU per risolvere la situazione, secondo quanto dichiarato dal ministro degli Esteri spagnolo giovedì 3 dicembre.



Il governo Zapatero ha recapitato martedì scorso all’incaricato dell’Ambasciata marocchina in Spagna una “nota verbale in cui chiede al Marocco la concessione di un nuovo documento di identità ad Aminatou Haidar”, indica un dispaccio dell’AFP, citando una fonte del Ministero degli Esteri. In più “sono state avviate delle trattative in sede ONU per risolvere la situazione della militante”, ha aggiunto il porta-parola del governo senza fornire ulteriori dettagli. Secondo il quotidiano El Pais, l’esecutivo spagnolo avrebbe indirizzato all’ONU una richiesta di mediazione.

Concerto di solidarietà
Aminatou Haidar è in sciopero della fame all’aeroporto di Lanzarote, nelle Isole Canarie, dal 16 novembre scorso. Il suo stato di salute si è “nettamente aggravato” secondo la sua entourage. L’attivista saharaoui beneficia di un sostegno crescente a livello internazionale. Il premio Nobel per la letteratura José Saramago le ha inviato una lettera di incoraggiamento, letta pubblicamente a Lanzarote davanti all’attivista e ai suoi sostenitori più vicini. Il Presidente di Timor Est José Ramos-Horta, premio Nobel per la pace nel 1996, si è ugualmente espresso in suo favore. Lo scorso fine-settimana si è tenuto un grande concerto di solidarietà a Madrid, a cui hanno partecipato artisti importanti. “Aminatou non ha problemi, è il Marocco ad averceli. Solo lui può risolverli, deve risolverli”, ha dichiarato il regista Pedro Almodovar.
Madrid aveva proposto recentemente ad Aminatou Haidar lo status di rifugiato politico o, in via eccezionale, la nazionalità spagnola per permetterle di viaggiare di nuovo. L’attivista saharaoui ha rifiutato l’offerta: “non voglio essere considerata una straniera nel mio paese”, ha specificato l’attivista. Resta ferma sulla sua unica rivendicazione, poter rientrare a casa a Layoune, con o senza il passaporto confiscatole dalle autorità marocchine. Ormai in una posizione di forza, non sembra essere pronta a cedere. “Ho due figli, ma ho anche una mia dignità. Tra i miei figli e la dignità scelgo quest’ultima. Loro potranno continuare a vivere senza madre, ma almeno in maniera degna”, ha dichiarato nel corso di un’intervista a El Pais. In Spagna l’attivista saharaoui gode del sostegno dell’intera classe politica e la pressione cresce sul governo Zapatero. Augustin Santos, capo-gabinetto del ministro degli Esteri Moratinos, si recherà di nuovo a Lanzarote il 3 dicembre per parlare con l’attivista. Un primo incontro era già avvenuto lunedì scorso. Nel Regno Unito, un gruppo di parlamentari che riunisce i tre principali partiti politici ha depositato una mozione di condanna in merito al provvedimento di espulsione della Saharaoui. “Aminatou Haidar è una persona carismatica che ha dedicato oltre due decenni della sua vita a battersi per trovare una soluzione pacifica all’occupazione illegale del Sahara Occidentale”, ha dichiarato il deputato Jeremy Corbyn, vice-presidente della commissione parlamentare britannica per la difesa dei diritti dell’uomo.
All’interno del Parlamento europeo centocinquanta deputati hanno già firmato un appello, recapitato alle autorità marocchine, per “reclamare, senza alcuna proroga, il ritorno a casa di Aminatou Haidar”. Una iniziativa che ha irritato molto il Regno alawita. In una nota pubblicata dalla MAP (l’agenzia stampa marocchina, ndt) il 1° dicembre, il Marocco ha chiesto agli euro-deputati “di offrire una prova di responsabilità e discernimento, assumendo una distanza critica di fronte alla campagna di disinformazione e offesa condotta nei suoi confronti”. Ma il giorno dopo, la vicenda Haidar era ugualmente al centro di un dibattito organizzato dalla commissione Affari Esteri del Parlamento europeo, consacrata alle relazioni tra l’UE e il Marocco.
Di fronte alla pressione esterna, la monarchia serra i ranghi e mantiene le sue posizioni. Dopo un incontro tenutosi al Ministero degli Esteri, i responsabili dei principali partiti politici marocchini hanno espresso in un comunicato “il loro rifiuto ad ogni intervento esterno nei propri affari nazionali”. Inoltre hanno sottolineato che “il comportamento di Aminatou Haidar ha come solo obiettivo quello di nuocere alla reputazione del Marocco”. Il Segretario Generale del PAM (Partito dell’Autenticità e della Modernità, ndt), nonché presidente della Camera dei consiglieri, Mohamed Cheikh Biadillah, dal canto suo ha dichiarato: “Ci opporremo con tutti i mezzi a nostra disposizione al ritorno di Aminatou Haidar nel Paese che lei stessa ha rinnegato”.

Christophe Guguen

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